Chi Siamo
Il Museo Diocesano di Ascoli Piceno venne inaugurato il 14 maggio 1961 nelle sale al Piano Nobile del Palazzo Vescovile di piazza Arringo per volontà del vescovo Marcello Morgante. Fin dall’istituzione il Museo ha avuto un forte e radicato rapporto con la città e il suo territorio tramite iniziative culturali e pastorali per la promozione dell’arte e della spiritualità cristiana.
Nel 1968, quando venne edita la Guida del nuovo Museo, lo spazio espositivo era composto da nove sale intitolate in gran parte ai principali artisti le cui opere erano conservate nelle sale. La pubblicazione della Guida testimonia ulteriormente la valenza culturale e spirituale dell’importante progetto attuato dal vescovo Morgante. Questo decennio così prioritario per la storia della città e del Museo si compie nel 1971 quando il Museo si dotò di un funzionale e dettagliato Regolamento che anticipava e prefigurava gli attuali statuti normativi redatti nel nuovo millennio.
Dopo questo importante e fruttuoso periodo che di fatto coincide con il mandato del vescovo Morgante, il Museo conobbe un periodo di difficoltà gestionali e lunghe chiusure per adeguamenti tecnici.
Una nuova fase della storia del Museo è avvenuta a seguito del drammatico terremoto che ha interessato l’Italia centrale fra l’agosto e l’ottobre del 2016. Moltissimi manufatti conservati in edifici di culto gravemente compromessi dalle scosse sismiche, hanno trovato ospitalità negli spazi espositivi del Museo. L’incremento delle collezioni museali venne determinato anche dagli importanti recuperi di molte opere conservate nei depositi e dall’inserimento di due importanti collezioni costituite dai vescovi Pietro Paolo Leonardi (1755-1792) e Ambrogio Squintani (1936-1957) e da diverse opere di arte contemporanea e le sale espositive divennero ben quindici.
Tra i maggiori artisti ospitati Carlo Crivelli, Pietro Alemanno, Cola d’Amatrice, Simone De Magistris, Ludovico Trasi, Giovan Battista Gaulli, Andrea Pozzo, Giovanni Peruzzini, alla conoscenza della scultura lignea e in terracotta dello stesso periodo e dell’oreficeria sacra, comprendente pezzi di grande pregio, come la statua argentea di Sant’Emidio ed il braccio-reliquiario, entrambi opera dell’orafo quattrocentesco Pietro Vannini (sec. XV).
Di grande interesse è anche il soffitto ligneo dipinto, risalente al secolo XV, che sormonta la sala dell’Eden