Sala del Fogolino
Nel 1546 il vescovo Filos Roverella su incarico di Papa Paolo III fu inviato a Trento per prender parte ai lavori Conciliari e in quella città ebbe l’occasione di visitare il Magno Palazzo, dimora principesca con affreschi realizzati da pittori tra i quali il vicentino Marcello Fogolino che si era rifugiato a Trento poiché nel 1537 era stato bandito dalle terre della repubblica veneta per aver ucciso un uomo. Il Roverella rimase certamente colpito dai modi espressivi del Fogolino che si rese disponibile a seguirlo ad Ascoli, probabilmente insieme al fratello Matteo.
Il pittore, giunto in città nel 1547, diede così l’inizio alla decorazione ad affresco della cosiddetta Sala Maggiore del palazzo Roverella. La sala con volta a padiglione poggiante su peducci in travertino, prende luce sul lato est da una finestra che guarda la Cattedrale e sul lato nord da due finestre che si affacciano su Piazza Arringo e che affiancano un grande camino recentemente restaurato. Marcello Fogolino, seguendo uno schema iconografico dettato presumibilmente dallo stesso Roverella, dipinse sulle pareti le principali storie della vita di Mosè e decorò con affreschi perduti anche la volta. Il ciclo di affreschi è firmato e datato 1547.

Mosè e il Faraone

La Firma di Marcello Fogolino

L’invasione delle rane